domenica 13 novembre 2011

Terebi

Il palinsesto televisivo italiano, si sa, è un abominio.
Ma che dire di quello nipponico?
Credetemi, non ci dobbiamo lamentare più di tanto....

Anche quest'anno, durante il mio consueto mesetto di vacanza nella Terra del Sol Levante, data la mia scarsa attitudine alla lingua locale (lo ammetto, non mi applico affatto, la mia conoscenza della lingua madre della mia dolce metà è rimasta praticamente invariata negli ultimi 4 anni), durante le giornate "casalinghe", mi sono fatto delle vere e proprie maratone televisive.
Siccome non partecipavo attivamente (ahimè neppure passivamente) alle conversazioni e, sebbene interpellato direttamente, rispondevo con un grugnito annoiato (la colpa era solo ed esclusivamente mia, ben inteso, quindi il mio malumore era la diretta espressione del famoso detto: "Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso"), ecco che prontamente "ZACK!", mi accendevano la TV ed io sprofondavo in un oblio di "minchiate" (perdonatemi il neologismo) abissali.
Perché dovete sapere che la stragrande maggioranza dei programmi televisivi giapponesi sono rappresentati da una specie di Quiz Show, dove personaggi più o meno famosi, per la maggior parte comici, devono indovinare risultati di sondaggi assurdi, amenità provenienti dalle più sparute parti del globo, capire come si leggono/scrivono kanji ormai obsoleti o estremamente inusuali (se sono difficili per loro, figuratevi cosa potevo capire io...), dove gag e siparietti più o meno bizzarri la fanno da padrone.

Le trasmissioni che più apprezzavo erano una sorta di "Paperissima", video divertenti di cadute e figuracce che non richiedevano, ovviamente, alcuno sforzo di comprensione.

Ed, ovviamente, le pubblicità.

Quanta pubblicità!!!!

Non esagero, ma ogni 8/10 minuti di trasmissione (cronometrati), ci sono almeno 3/5 minuti di pubblicità.
Chiaramente si ripetono ciclicamente, per cui dopo un paio d'ore avevo già memorizzato il "gingle" e martellavo (diciamo) i nervi della famiglia ripetendo come una specie di Rain Man gli slogan pubblicitari (addirittura storpiandoli).

"Henna gaijin" (strano straniero), mi ripeteva sorridendo la mia amata, scuotendo amorevolmente il capo.
Dentro di me si faceva strada, sempre più intensamente, che la Sua bonaria reazione nascondesse una celata e profonda compassione, per me, ma soprattutto per Lei, per aver sposato un siffatto elemento.


Ma la cosa più eclatante è che in ogni trasmissione, qualsivoglia sia il tema portante, a qualsiasi ora (del giorno e della notte), si parla di cibo.
I giapponesi sono OSSESSIONATI dal cibo, in tutte le sue rappresentazioni.
Comunque un assaggio, una presentazione, una disquisizione sul cibo ci DEVE assolutamente essere!

E allora via con facce estasiate, mugolii di puro piacere, orgasmi in diretta all'assaggio di questo o quel piatto.
Certo, perché bisogna enfatizzare, non basta dire "Buono!", bisogna contorcersi, fare le facce buffe, gridare "Meccha umai!!!"

Ma d'altra parte è ciò che chiede l'audience.
Se noi italiani amiamo farci gli affari altrui, ci propinano i vari "Grandi Fratelli", famose isole/fattorie, per non parlare dei vari "Forum",Fatti vostri" o "Vite in diretta", perché questo è ciò che la media del pubblico vuole, no?
Quindi, un popolo che fotografa ogni singola portata che mangia, cosa mai vorrà vedere????

Il mio amato cognato, che recentemente si è unito alla comunità di un noto social network, non perde occasione di aggiornarci sui suoi lauti banchetti serali (beato lui).

Ma anche una cara amica, italiana ma residente in "quei lidi",
aggiorna spesso il suo stato con invitanti immagini culinarie.
"Mi piace, mi piace", anzi, "mi piacerebbe!".


E' dunque vero il detto che recita:

"Chi va con lo zoppo impara a zoppicare"?!?



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