martedì 7 novembre 2017

Quando la realtà supera la fantasia



Triste, abbattuto, sconsolato….
Questo ero io dopo aver preso atto che mia moglie non sarebbe più stata tale.
Avevo preso in considerazione il fatto che la nostra relazione, prima o poi, sarebbe finita, dati i tanti e tali contrasti, le differenze culturali, gli interessi così poco coincidenti.
Ma l'ultimo dei miei pensieri era quello di un nuovo amore, non avevo contemplato questa possibilità.
Per questo, lo ammetto, è stato un colpo durissimo.
Ho anche cercato di farla ragionare, di muoverla un po’ a compassione, di chiedere se davvero, a questa età, dopo nove anni di matrimonio, si potesse perdere la testa così improvvisamente.
Nulla da fare, non è un’infatuazione, a quanto riferisce, non si può tornare indietro.
Ok, accetto la sua decisione, bisogna comunque procedere alla separazione legale, consensuale. Per fare ciò, essendo sposati in Italia, serve la sua presenza qui, almeno per una firma, una volta soltanto.
La informo della cosa, le dico anche che, siccome è nell'interesse di entrambi concludere il prima possibile, sarebbe opportuno che ognuno pagasse la propria parte.
Non ricevo risposta, ma anzi cominciano ad arrivare mail offensive e minatorie da parte del suo nuovo “amico”.
Mi si intima “di farmi da parte”, di trovare solo scuse per farla tornare in Italia.
Lungi da me l'idea di rivederla, provo a chiedere a lei, direttamente, spiegazioni in merito al comportamento del suo nuovo “partner”.
Nessuna risposta, ma anzi nuovi messaggi da lui, nei quali mi si accusa di essere stato un marito violento, di aver picchiato e seviziato mia moglie per anni, addirittura di avere tentato di ucciderla (con aggiunta di commenti gratuiti sulle mie presunte “debacles” amorose).
Una serie di falsità assurde, di illazioni tali da farmi rabbrividire.
Come può avere inventato tutto ciò, ma soprattutto, perché? Cosa sta cercando di fare?
Ovviamente inoltro il tutto al mio avvocato.
Invio a lei, direttamente, il contatto dell'avvocato che segue la pratica di separazione e chiedo che d'ora in poi i contatti siano fatti per tramite suo.
Chiedo anche di non essere ulteriormente molestato.
Le stesse accuse, vengono, sempre da parte del suo nuovo “mentore”, ripetute anche al mio avvocato, il quale risponde, in via del tutto informale, notificandogli che quanto sta facendo costituisce reato, che sarebbe opportuno smettere di calunniarmi ulteriormente.
Allo stato attuale, sembra avere capito.
Sembra anche che abbiano trovato una soluzione, un'alternativa al fatto di dover essere presente, un’autentica della firma tramite il consolato.
Meglio così, molto meglio così!
Non riuscivo però a capire cosa fosse successo, come avesse avuto il coraggio di dire queste cose di me, perché motivo.
Ho provato a chiederle spiegazioni, ma non ha mai risposto ai miei messaggi.
Perché questo cambiamento? Così repentino.
Se fino ad un mese prima ero il “suo amore”, “le mancavo tanto”, ora ero diventato un violento, uno stupratore seriale, un omicida.
Con chi avevo vissuto negli ultimi anni?
Come poteva una persona cambiare in questo modo?
Disturbo della personalità?
Oppure stava fingendo? O finge ora?
Cosa è stato il “trigger”?
Pensa e ripensa… ma certo!
È stato quando ho detto che ognuno avrebbe dovuto pagare la propria parte!
Ecco!!!!! Il mio rubinetto si è chiuso!
Bisognava trovare un'altra “mucca da mungere”.
A pensarci bene, ho sempre pagato TUTTO io in questi dieci anni, dal cibo, ai vestiti, viaggi, vacanze, vizi, divertimenti…

Persino i biglietti aerei per tornare in Giappone quando litigavamo, sempre tutto io!
E sei lei, con qualche lavoretto estemporaneo, guadagnava qualcosa, subito lo spendeva per sé.
“L’ho pagato coi soldi che ho guadagnato io!” mi rispondeva quando le facevo notare l’assoluta mancanza di necessità della spesa.
Bello il concetto del “quello che è tuo è mio e quello che è mio è mio!”
Ad essere onesto, non ha mai, mai chiesto direttamente, ma aveva un modo tutto suo, quasi subliminale, per far sì che ti venisse voglia di farle un regalo, che quella spesa fosse davvero indispensabile.
Stava recitando una parte, ne sono convinto.
Infatti quando l'ho conosciuta faceva l'attrice in una compagnia teatrale di Osaka. Ora ha cambiato personaggio.
Ho dato una sbirciatina, sul noto social network, dal momento che la sua vita, la loro, potrei dire, è totalmente pubblica, fatta di likes, condivisioni e cappuccini a cuore.
Penso proprio che abbia trovato un nuovo “sponsor”.
Buon per lei, buon per me!
Per quanto mi riguarda, la mia vita va avanti, con il mio lavoro, la mia famiglia, i miei amici.
Ho cominciato a correre, ad andare in bicicletta. Sono diventato un atleta, ho già corso 7 maratone in questi due anni.
Ed ho incontrato una persona, di recente, con la quale ho ritrovato il sorriso, la serenità.
Quell'entusiasmo di vivere che da tanto tempo non avevo più.
Ma questa è un'altra storia, un altro blog, chissà, o forse no, anzi, sicuramente no!
Perché è la mia storia, la mia vita, la mia felicità e non desidero altro che condividerla con lei, solo con lei!



Definitivamente FINE!

lunedì 25 settembre 2017

Dove eravamo rimasti e dove siamo andati a finire.

Da tanto, troppo tempo non aggiorno questo blog.

Chissà se ci sarà ancora qualcuno che si chiede "ma che fine avrà fatto quella coppia?"

Il blog era nato, così per gioco, per condividere la passione e l'entusiasmo della mia relazione con mia moglie giapponese.

Quell'entusiasmo e quella passione, che, pian piano, col tempo, gli impegni, il lavoro e la routine quotidiana, si sono lentamente assopiti, per lasciare spazio ai contrasti legati alle differenze culturali e caratteriali. Spazio via via maggiore, culminato purtroppo in una prima crisi, durante la quale si è deciso di fare una pausa.

Sei mesi, durante i quali abbiamo capito che il nostro amore era più forte di quei contrasti.

Dopo un po' di tempo, però, le stesse incomprensioni si sono fatte sentire ancora, sempre più insistentemente.

Questa volta la crisi è stata forte, esplosiva, dirompente, terribile.

La pausa è durata un anno, ma ancora una volta, il nostro amore ha vinto. La mancanza l'uno dell'altra ha fatto riaffiorare quei sentimenti che le vicissitudini quotidiane avevano sprofondato nei più reconditi meandri della nostra relazione.

Non potevamo fare a meno di stare insieme.

La nostra vita è ricominciata con rinnovata passione, tutto sembrava essere lasciato alle spalle, era l'inizio di una nuova vita insieme.

Sembrava....

In meno di un anno, tutti i buoni propositi sono finiti nel nulla.

Gli antichi dissapori, che sembravano ormai superati, sono ritornati con rinnovato vigore e si sono uniti a nuove incomprensioni.

Se all'inizio della nostra storia, la maggior parte dei litigi era dovuta ad errori di traduzione, per il fatto che parlavamo in inglese, che non è la lingua madre di nessuno dei due, ora che parliamo la stessa lingua (o meglio, che lei parla meravigliosamente l' italiano), non ci sono dubbi.

I contrasti sono innegabili.

E così l'ultima crisi, la più terribile.

Due anni di pausa, due lunghissimi, interminabili anni, durante i quali abbiamo capito di nuovo di amarci, ma anche di avere difficoltà a sopportare le nostre diversità.

Due anni, durante i quali ci siamo anche visti, un paio di volte.

Avevamo anche deciso di ritornare insieme, ma qualcosa è andato storto, ho chiesto di rimandare, ancora un po' di tempo, di aspettare che le condizioni per la nostra vita insieme fossero al cento per cento favorevoli.

Ci siamo salutati, ancora una volta, con la promessa di aspettarci, di rimanere, anche se a diecimila chilometri di distanza, marito e moglie, due metà dello stesso cuore.

Ma così non è stato, purtroppo.

Una brutta mattina, piovosa e fredda, mi arriva il suo messaggio, che mi notifica di aver incontrato una persona. Non è altro che un amico, ma qualcosa di più forse sta succedendo. Si scusa profondamente per non essere stata in grado di aspettarmi, ma non vuole tradire il nostro rapporto, nemmeno con un pensiero.

Il mondo mi crolla sotto i piedi.

Tutto ciò per cui stavo lavorando era svanito. Non c'era più lo stimolo di andare avanti. Il mio scopo, il mio obiettivo di vita se ne era andato.

Un giorno, sul famoso social network, vedo ciò che non avrei mai voluto vedere.

Un aggiornamento, un post, una condivisione di una coppia felice.

Le foto che una volta erano le nostre foto. I sorrisi che una volta erano i nostri. Negli occhi di lui rivedo la stessa passione, l'ardore che 11 anni fa, avevo io quando l'ho vista per la prima volta.

La passione che mi ha spinto ad iniziare questo blog, la passione che credevo sopita, che ho scoperto di avere ancora, ma non essere stato capace di farglielo capire.

Ormai è tardi, troppo tardi.

Il suo cuore è partito per un'altra destinazione.

Il mio si è fermato.

Non posso fare altro che augurarti una vita felice, amore mio.

Possa il tuo nuovo lui fare di te una principessa.

Possa darti tutto ciò che io non ho saputo darti.

Possa essere ciò che avrei voluto essere io, ma non ne sono stato capace.



Ti chiedo scusa.