lunedì 11 ottobre 2010

Shouganai

Sei arrivato tardi al lavoro?
Be'..."Shouganai"
Hai perso le chiavi di casa?
"Shouganai"
Ieri sera hai bevuto come una spugna e oggi sei da buttare?
"Shouganai"
La tua squadra del cuore ha preso una batosta memorabile dall'ultimo in classifica?
"Honto ni shouganai"
Hai fatto il Jailbreak all'iPhone4 e a volte si blocca?
"Shouganai"
Hai preso il raffreddore?
"Shouganai"
Hai un'ulcera gastrica, ma bevi caffè, vino rosso, fumi e mangi piccante, poi ti viene mal di stomaco da morire?
"Shouganai"
"Koroushi"? (la morte improvvisa per sovraffaticamento da lavoro e stress)
"Shouganai"....

Per i giapponesi è tutto "Shouganai": non c'è nulla da fare, è così che deve andare, non ci si può fare niente.
Inoltre,
non si può cambiare quello che è già successo, quindi è inutile lamentarsi, inutile "piangere sul latte versato", per dirla a "modo nostro".

Ok, capisco che non ci si possa più far nulla, ma un po' di "lamento" è terapeutico, almeno per noi italiani.
"Rompere le balle" al nostro prossimo è una nostra abilità speciale.
Le nostre "sfighe" non devono abbattersi unicamente su di noi, dobbiamo poter "contagiare" il nostro prossimo, al fine di alleviare il nostro senso di frustrazione, per poterci sentire parte di una comunità, una comunità di "sfigati".
E siccome il nostro prossimo più prossimo è spesso il nostro partner, cerchiamo in lui (nel mio caso in Lei) un po' di conforto, un sostegno morale, una spalla su cui piangere, ma soprattutto un orecchio che ci ascolti!
Vorremmo che il "nostro prossimo più prossimo" ci desse manforte con qualche "Sì, maledetta sfiga, non è giusto, perché proprio a te? Non poteva capitare a....lui!"
E che il "lui" di passaggio, nonostante le furiose quanto inutili "toccate scaramantiche", venga coinvolto, suo malgrado, nella spirale liberatoria (per me).
Ma la partner giapponese, questa cosa non la contempla neppure.
Al massimo ascolta, in silenzio, annuendo di tanto in tanto, qualche mugolio sconsolato "Sō, sō....".
E se la partner giapponese, addirittura, è una giapponese "atipica" (per dire, non è la "yamato-nadeshiko" che tutti si aspetterebbero), invece dei mesti accenni di conforto, sbotta in breve in un bolognesissimo: "Bona lê"!!!
Sì, è vero, devo imparare che il mio "giramento di balle" (o "tiramento di culo" che dir si voglia) non deve essere trasmesso a viva forza alla mia partner, soprattutto perché, se a me passa in genere nel giro di pochi minuti, a Lei no, assolutamente NO!
Quindi cos'è peggio?
Sopportare in silenzio per un po' la frustrazione (magari mugugnando tra me e me in una stanza lontana, in modo che non senta neppure il brontolio),
oppure subire, colpevole, la successiva ed inevitabile ondata di malumore (che a volte si protrae per giorni)???

Ogni volta che succede, me lo ripeto e mi ripropongo di non farlo mai più.
Ma la volta successiva,
"Tack",
ecco che la mia "natura rompiballe" riaffiora come per magia....
Non imparerò mai!

Be'....
"Shouganai"!!!




-電話で♪

2 commenti:

  1. aaaaaah. Come dire se non: "ti capisco al 200%".
    È che noi siamo abituati a far uscire quel piccolo problema, a partecipare quel piccolo avvenimento che - seppur insignificante - ci ha rovinato il pomeriggio... Ai loro occhi è un lamentarsi senza significato e soluzione. Peccato che poi goccia a goccia alla fine.... BOOOOAM! esplodono anche loro :D
    Shoganai ne

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  2. E' vero?
    Cosa sarà meno deleterio: un piccolo seppur (quasi)continuo "picchiettamento" nella zona inguinale o una "Mazzuolata" improvvisa?
    Ai "postumi" l'ardua sentenza....Lol

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