martedì 9 novembre 2010

Venti di Guerra

"Il peto agli irti colli,
Tutti asfissiando sale,
Ed urla il commensale,
Costretto ad odorar"

Non è un argomento piacevole,
ma, parliamoci seriamente, tutti, chi più chi meno, ci lasciamo andare, diamo "fiato alle trombe" come si suol dire, e, sotto sotto, ci piace anche parlarne (per lo meno a noi uomini, per lo meno a me!)

Anche i giapponesi scoreggiano.

E non ci sono musiche di sottofondo nei bagni maschili: un assolo mozzafiato (nel vero senso della parola).

Ma la cosa sconvolgente è l'acredine del peto: sa di "kimochi",una specie di sottaceto di cui i giapponesi vanno matti e che fa una tremenda puzza di....peto, appunto.
Ora non so se sia il peto che puzza di "kimochi" o se il "kimochi" puzzi di peto (un po' come l'uovo e la gallina), però in questo palindromo olfattivo, da qualsiasi parte la si voglia guardare, il risultato non cambia.
Inoltre, pare che tutti i giapponesi si "esprimano" più o meno in maniera simile.
Voglio dire che quando siamo in terra nipponica,
nei luoghi affollati spesso succede di intuire "qualcosa di strano".
Nei mercati o nei "depachika", possiamo incolpare i banchetti di "sottaceti",
ma sul treno? Possibile che sempre ci sia qualche massaia che ha fatto scorta di "kimochi"?

A dire il vero, (dicendolo sottovoce ed in segreto) anche la mia dolce metà, a volte, nel sonno, ad addominali rilassati, libera un sibilo, che, per quanto discreto, non passa inosservato alle mie fini narici, omaggiandomi di un nostalgico aroma di "kimochi".

Molto spesso, durante il volo tra Italia e Giappone, mi capita di avvertire la stessa fragranza.
Se siamo insieme, il mio pensiero cattivo nasce spontaneo, individuandoLa come autrice del misfatto.
Ma quando viaggio da solo?
E' frutto della mia mente?
Un moto di nostalgia mi inumidisce le cornee
(o è il gas a farmi gocciolare gli occhi...)

Comunque è pazzesco:
hanno standardizzato anche il peto!
Voglio dire, producendo tutti più o meno lo stesso aroma, ci si può sentire tutti più o meno in colpa dentro un ascensore, riconoscendolo come possibilmente nostro, una svista.
E di più, siccome il proprio "elemento gassoso" non scandalizza più di tanto chi lo produce, in questo modo tutti sopportano senza troppe lamentele la "pesantezza ambientale".

Ma in ambiente familiare, quando gioco in casa, il "sovrano" indiscusso sono io.
Mi dispiace ammetterlo, ma a volte, soprattutto dopo aver mangiato le caldarroste, i miei "effluvi" infastidiscono persino me.
Sarà una forma di intolleranza alimentare, sarà un principio di putrefazione, sarà quel che sarà, ma nelle notti autunnali, la camera da letto si trasforma lentamente in una camera a gas.
Soprattutto quando precedo la mia dolce nel coricarmi.
Con la scusa della Sua assenza, mi libero senza ritegno alcuno, "nascondendo" il vergognoso aroma sotto le coltri, nella speranza che l'effetto svanisca prima del Suo arrivo.
Ma ahimè, la consistenza è tale da sopravvivere il trascorrere dei minuti, si annida infingardo tra le pieghe delle lenzuola, per sprigionarsi, maledetto, non appena Lei le discosta per accoccolarsi al mio fianco, facendoLe passare (anzi uccidendo definitivamente) ogni Sua velleità amorosa!
E siccome sono solito dormire con il viso rivolto verso l'esterno del talamo nuziale, è facile intuire la direzione dei miei "bombardamenti" notturni.
Infatti al Suo risveglio mi appare sempre un po' più "giallina" del solito....

Che sia mia la causa del Suo "Sonno profondo"???


-電話で♪

4 commenti:

  1. Ed io che pensavo puzzassero di zenzero o Azuki!
    Grazie per averci aperto la mente!

    RispondiElimina
  2. Sempre pronto,
    per la causa....

    ^ ^

    RispondiElimina
  3. Come al solito mi hai fatto morire dal ridere :D La "standardizzazione del peto" è un argomento che meriterebbe ricerche più approfondite, dovresti scrivere un trattato per illuminare le menti internazionali!
    PS. "kimuchi", non "kimochi" (che significa sentimento) ;)))

    RispondiElimina
  4. Hai sensei, kimuchi desu.
    ....infatti: con sentimento!

    :P

    RispondiElimina