lunedì 19 luglio 2010

Shiriai ni naru

Avevo pianificato di stare un paio di giorni ad Osaka e un paio di giorni a Kyoto, poi sarei andato ad Okinawa tre giorni e di nuovo Osaka, per ritornare in Italia.

Ma non avevo pianificato di innamorarmi...

E così il soggiorno a Kyoto viene sostituito da un "mordi e fuggi" in giornata (addirittura pioveva e alla fine ho visitato solo Kimizu-dera, un po' di rimpianto perché è una città meravigliosa, piena di cose da vedere, ma non sapevo ancora che di tempo ne avrei avuto tanto per visitarla tutta...).
Purtroppo Okinawa non poteva essere annullato, perché avevo già prenotato volo e alloggio dall' Italia (e addirittura già pagato).
Purtroppo in tutti i sensi perché ad Okinawa, pur essendo ottobre faceva un caldo assurdo, la sistemazione lasciava alquanto a desiderare e non avendo i soldi per un tour "ad hoc" per godere le bellezze naturali dell'isola, ho girovagato come un pazzo sotto il sole cocente e la mente sempre rivolta verso nord/nord-est, cioè ad Osaka!

Ma quelle cinque notti passate ad Osaka hanno gettato il seme di un amore!

Durante il giorno facevo un po' di turismo, in realtà cercavo di far passare il tempo il più velocemente possibile, perché solo dopo le dieci di sera ci potevamo incontrare!
Lei faceva l'attrice, una compagnia teatrale non famosissima, ma dignitosa.
In quel periodo stavano preparando uno spettacolo e quindi ogni giorno le prove finivano verso le dieci.
Con la scusa che c'era il "suo amico italiano" in città era "esonerata" dal "dopo prove" (e cioè andare tutti insieme ad un locale fino al mattino a parlare dello spettacolo bevendo ed "uccidendosi" un po' alla volta, quotidianamente).
La vita degli attori è un po' "squilibrata" anche qui in Italia, penso, ma in Giappone è sicuramente assurda!
Ma non solo gli attori, in generale ogni ambiente lavorativo ha i suoi "rituali".
In generale l'individuo giapponese non esiste in sè, è comunque parte di una comunità.
Il classico impiegato, il colletto bianco che qui viene chiamato "Salary-man" ( anzi サラリーマン), una volta terminato l'orario di lavoro, non va a casa, non sta con la propria famiglia.
Va all'izakaya (un po' come una nostra osteria) con i colleghi e magari il capo, fino a notte fonda, tutte le sere. E il giorno di riposo ha la partita a golf, col capo e/o i colleghi e magari lui il golf lo odia, ma non può esimersi da questo rituale, pena l'esclusione dal gruppo, con pesanti ripercussioni sulle sue velleità di carriera, ripercussioni parallele sulla "popolarità" della moglie nel "club delle mogli" e dei figli a scuola... Insomma un vero e proprio "suicidio sociale"!!!


Allora dicevo che "grazie a me" poteva "saltare" il rito del "dopo prove".
Ma comunque andavamo in un locale, comunque stavamo fino al mattino. Ma era più divertente (spero.....).
Parlavamo in inglese, in fondo era per questo che ci eravamo conosciuti, no?
Io avevo con me un mini dizionario di giapponese, assolutamente inadeguato.
Lei ne aveva uno ottimo giapponese-inglese.
Mancava ahimè l'inglese-italiano!!!
Ma io non avevo forse fatto il corso intensivo (si fa per dire)???
Ero presuntuosamente convinto di parlare piuttosto bene l'inglese, ma mi resi conto ben presto delle mie lacune.
Grammaticalmente me la cavavo, ma il mio vocabolario era decisamente scarno.
Questa ragazza, che si autoproclamava "alle prime armi" ne sapeva alquanto più di me!
Anche la sua pronuncia era ottima, sicuramente molto americana, ma ottima.
Il mio "British-bolognese" mi faceva quasi vergognare...
La sua modestia mi affascinava:
"Non so parlare bene, tu parli molto meglio di me"
Mi stava lusingando?
Lo pensava veramente?
O mi stava semplicemente e sottilmente "sfottendo"?
No (e l'ho capito in seguito e giorno dopo giorno sempre mi affascina) Lei era così: un cuore puro, di una semplicità ed un candore mai conosciuti prima.
Le serate volavano, parlando delle nostre vite, dalla piccola sciocchezza al "tema esistenziale".
Mi piaceva un sacco parlare con Lei.
Sapeva ascoltare e al momento giusto, dare il suo contributo speciale, per enfatizzare o sdrammatizzare questo o quell'argomento e rendere il tutto più armonioso, più piacevole.
Aveva un talento speciale.

Ogni volta al momento di congedarci, ci salutavamo con un inchino, ad un buon metro di distanza. A parte la prima volta, quando mi sorprese con un doppio bacio sulle guance, saluto in stile italiano, i nostri corpi non si avvicinarono mai, neppure per stringersi la mano.
Questa cosa al tempo stesso mi "shoccava" ed affascinava in maniera via via esponenziale.
Durante la serata mi scavavo virtualmente una fossa, ogni volta più profonda, e vi scendevo impantanandomi senza via di uscita.
Al rientro in albergo, strisciavo i piedi da quanto ero impantanato
(e non era colpa del vino).
Non capivo se potesse anche solo minimamente essere interessata a me per qualcosa di più che un semplice amico.
Da parte mia era fin troppo chiaro ed evidente quale fosse il mio sentimento.
Ma Lei non mi ha mai ( e ripeto mai!) né incentivato, né demotivato.
Imperscrutabile, imparziale, assolutamente affascinante!!!
Ed io ero sempre più impantanato!

All'ultima sera, prima della partenza, mi butto:
"O la va o la spacca"

"Se ti va di fare un viaggio in Italia, se vuoi venire a trovarmi, io il posto per ospitarti ce l'ho..."
"Mah, non so... Non vorrei approfittare, non vorrei illuderti, non vorrei illudermi... Boh? Chissà!!!"

E sono partito, lasciando il cuore davanti all'ingresso dell'hotel a Osaka, su quella frase mormorata, che voleva dire tutto e niente.
Con l'immagine di quel sorriso impresso nella retina, quell'inchino elegante, quel profumo di sakura
(so che eravamo ad ottobre ma i momiji sono meno romantici e molto meno profumati).

L'eco della voce di Eijiro era un po' troppo insistente, ma soprattutto mi sprigionava un mix di nostalgie da mal di testa.

Era veramente difficile restare concentrati sul lavoro, per fortuna sugli autobus a Bologna c'è il "pilota automatico" (ci credete???)


E poi quel giorno arriva un mail:
"Ciao, come stai? Tutto bene?
Pensavo che sarebbe bello venire a trovarti, è ancora valido l'invito? Se per te non è un problema io mi fermerei due mesi! Arriverei la notte del 25 Dicembre... E' ok???"

"Ok?!? Ok!!!!!!"

Ma allora Babbo Natale esiste!!!





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