domenica 1 agosto 2010

Hoshii

"Che cosa vuoi fare oggi?"
"Dove vuoi andare?"
"C'è qualcosa che vuoi vedere?"
"Vuoi un gelato?"
"Dove vuoi fare la cena?"

A Ferrara, quel pomeriggio primaverile, scoppiò la "Bomba",
la prima, imprevedibile, inaspettata esplosione!
Tutti i sentimenti, le emozioni, le paure, gli stress fino a quel momento repressi e compressi si riversarono in una fragorosa e prorompete deflagrazione.

"Basta!!!!
Vuoi vuoi vuoi....sempre vuoi!
Non sai dire altro? Sei tu l'italiano, io sono una turista! Sei tu che sai cosa c'è da fare!"

"Mmmmm.....ma....che ho detto di male??? Io volevo solo essere gentile..."

"Be' non lo sei, per niente!!! Da quando sono qui non fai altro che chiedermi vuoi questo, vuoi quello.... non è gentile..."

"Ccccc....come non è gentile???"

"Certo!!! E' molto arrogante da parte tua, come se mi concedessi il favore di fare questa o quella cosa. E da parte mia, se dicessi voglio questo o quello, sarebbe oltremodo egoista, no?"

Caddi dalle nuvole.
Un volo tremendo, da altezze vertiginose, senza paracadute, senza via di scampo.
Il culture gap qui era davvero notevole.
Come fare per colmarlo?

"Sssssccc...scusa, ma....qui si usa dire così, per essere gentili. Come dovrei dire, secondo te?"

"Ti piacerebbe fare questa cosa?
Ti piacerebbe andare in questo posto? Ecco, così è più gentile..."

"Acc...scusa ancora, ma come potevo saperlo? Noi siamo abituati così..."
"Be', abituati male!"

La cena in quel ristorantino con i tavoli all'aperto fu piuttosto silenziosa, solo io cercai di colmare le distanze, arrabattandomi come meglio potevo, ahimè con scarsi risultati.

Per fortuna giunse in mio aiuto un meraviglioso piatto di tortelli di zucca all'aceto balsamico.
L'atmosfera si fece più rilassata.
"Ottimi, hai scelto bene, grazie!"
Adesso era più disponibile ad ascoltare il mio punto di vista.

Il lambrusco, rosso compagno di avventure, mediatore instancabile, paciere per antonomasia, diede il colpo finale.

Ci eravamo capiti!!! Forse....


Ad ogni buon conto, quando l'anno successivo Le feci la fatidica proposta, usai un "prostrato":
"Cara, ti piacerebbe concedermi l'immenso onore di diventare mia moglie?"

"Nani??? (Cosa???)"

"Ehm...ti....piacerebbe......(praticamente sdraiato)...vu...oRRESTI sposarmi?"
... ... ... ... ... ... ... ...

(attimi interminabili, fronte imperlata, lingua felpata, allucinazioni mistiche...)

"... ... ... Così.....Siiiiii!!!!"







- 携帯電話で♪

6 commenti:

  1. Ecco un altro post in cui mi rispecchio perfettamente... al contrario.
    Anche il giapponese, tradotto letteralmente, porta a significati davvero poco piacevoli... Il corrispondente del nostro imperativo, per intenderci, ma usato nello stesso modo "sbagliato" con cui noi usiamo il nostro :D

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  2. Eh sì, a volte bisognerebbe chiudere i dizionari e lasciar parlare il cuore, ma forse anche così troveremmo il modo di fraintenderci.
    E' un lungo cammino, una corsa ad ostacoli, di impervie salite...ma che soddisfazione ad ogni "checkpoint", eh?
    頑張りましょう♪

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  3. >>"Be' non lo sei, per niente!!! Da quando sono >>qui non fai altro che chiedermi vuoi questo, >>vuoi quello.... non è gentile..."

    impagabile... parlando con qualche amico Giapponese mi sono trovato anch'io, spesso, diciamo.... leggermente interdetto. :-o

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  4. @fatboy67
    Eh eh...
    Come direbbe Obelix:
    "Sono Pazzi Questi Giapponesi"
    ^ ^

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  5. Successo anche a me. Hiroshima: "dove vuoi andare?"
    Risposta: "どうししよう?". Come sempre, la mia domanda rimbalzata con la stessa identica domanda tradotta in giapponese.

    Segue incazzatura perche'
    1) non si va in una citta' senza aver pianificato tutto
    2) poi ho fatto l'immenso errore di dire "eh, ma sei tu la giapponese...".

    lol

    A loro piace essere portati in posto bello, mentre noi abbiamo paura di portarli in un posto brutto. Classico.

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  6. @mondoalbino
    WOW!!! Sono VERAMENTE onorato della Tua visita!
    Grazie mille per il commento!

    ...e comunque, sì, è un mondo difficile!
    ^_^

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