martedì 20 luglio 2010

O furoba

Quella notte del 25 Dicembre 2006,
un paio d'ore prima della mezzanotte,
una slitta di Babbo Natale con il "logo" della KLM, mi portò il regalo più bello che avessi mai desiderato!

L'arrivo era previsto per le 22.00.

Io smettevo di lavorare verso le 21.00, quindi avevo tempo di prepararmi come si deve.
Una bella rinfrescata e una cena veloce veloce, perchè la maggior parte del tempo la volevo dedicare alla scelta dell'abbigliamento.
Come ho già detto, la mia abilità negli accostamenti lascia alquanto a desiderare ed io ero assolutamente deciso a fare "bella figura"!
In fondo la prima impressione è molto importante.
Anche a scuola, mi ricordo che all'inizio dell'anno mi facevo interrogare sempre per primo,
preparandomi accuratamente, per poi "vivere di rendita" nei restanti 9 mesi.

Il "look" mi sembrava adeguato, avevo fatto tutto nei tempi prestabiliti, anzi avevo un discreto margine di anticipo.

L'aereoporto dista una decina di minuti in macchina e partii comunque, meglio aspettare io, piuttosto che arrivare tardi (sempre per il discorso della "buona impressione").

Trovai parcheggio comodamente (a quell'ora, la notte di Natale, chi volete che ci fosse all'aeroporto?).

Avevo tempo: "Mancano ancora 10 minuti, poi dovrà aspettare le valige"....mi fumai una sigaretta in tranquillità.

Verso le 22.10 entrai, mi diressi al piano degli arrivi e cosa vidi, nell'androne deserto?

Una ragazza, dallo sguardo "allucinato", riversa sulla sua valigia....era Lei...era già arrivata...

Addio "buona impressione", ho fatto la figura del "classico italiano", sempre in ritardo, stereotipo degli stereotipi!!!

L'aereo da Amsterdam era arrivato con mezz'ora di anticipo ed essendo solo in 5 sul volo, le valige erano state consegnate immediatamente, quindi erano "buoni" 40 minuti che aspettava!!!

"Dovrò sudare le fatidiche 7 camice per risollevarmi!!!"

Allargai le braccia per salutarla come si deve.
Rapidissima, si chinò, si infilò lateralmente, evitando accuratamente il benchè minimo contatto fisico e si incamminò verso l'uscita.

Modo di fare "Japanese style" o se l'è presa per il ritardo???

Comunque mi esibii in inchini e "Gomen nasai" (avevo studicchiato qualcosina "nell'attesa della Sua venuta") e durante il tragitto, breve, verso casa l'atmosfera si fece più rilassata.

Era stanchissima, ovviamente, per il lungo viaggio e, soprattutto, per la tensione di condividere 2 mesi con un "quasi" perfetto sconosciuto.....

La stessa cosa si poteva dire di me, ma:
a- il mio sentimento/obiettivo era a tutti ben noto;
b- ho un carattere un po' particolare: non me "ne metto più di tanto", abbastanza menefreghista, se vogliamo. Sicuramente non è un vanto, non è una qualità, anzi, però mi ha permesso e mi permette di superare gli "scogli della vita" con una certa "leggerezza";
c- sono italiano, in Italia, a casa mia.-


"Ti vuoi rinfrescare? Vuoi fare un bagno?"
"Se non è troppo disturbo.... farei volentieri una doccia..."
"Fai come se fossi a casa tua!"

Premetto che non ho una vera e propria doccia, ho la classica vasca da bagno, con flessiblie e doccetta annessa.

Il bagno, in Giappone (ora lo so) consta di una vasca da bagno, in cui ci si immerge da puliti, per rilassarsi, mentre ci si lava fuori, con una doccia, in piedi o (meglio) seduti su un "panchetto".
A pavimento c'è lo scarico per l'acqua, un po' come le docce nelle case al mare degli anni '70, per intenderci.

Dopo una "sana" mezz'ora di acqua corrente, si aprì la porta e mi apparve la "Venere del Botticelli".

No, non era nuda e neppure così "in carne".
Non c'era neppure la conchiglia.....insomma, mi si parò davanti la "creatura" più perfetta su questa Terra, ma il mio sguardo si perse immancabilmente sulle 4 dita d'acqua che "scorrevano" sul pavimento.
Gocciolava un po' anche il soffitto....

"Scusa, ho fatto un po' di bagnato, ma... come si fa?"

Cercando di stare tranquillo (sono un puntiglioso, maniaco dell'ordine e della pulizia), con un sorriso plastificato la cui falsità sarebbe stata palese persino ad un cieco, nel tentativo di bloccare un "tic nervoso" all'occhio sinistro, con voce tremolante:

"Non c'è problema, si asciuga. Piuttosto, di solito, noi riempiamo la vasca di acqua e ci laviamo dentro."

"Ma poi l'acqua si sporca, che schifo!"


Non so ancora bene quale sia il metodo giusto, però adesso la vasca è stata dotata di tenda per doccia, nonchè di paratie laterali in plexiglass ben siliconate, a prova di "Venere".-

2 commenti:

  1. Ahahahah ti giuro mi sento male dal ridere :D La tua dolce metà doveva essere davvero stanca per non accorgersi dell'assenza di un qualsiasi scarico sul pavimento... Evviva l'amore!

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  2. A dire la verità,
    nel suo p!ccolo, la mia dolcissima ha fatto di tutto per ridurre al minimo l'impatto dell'acqua sul corpo, ma "docciandosi" in piedi non è stato semplice....diciamo che mancava di allenamento!
    Che sempre viva l'amore!!!!

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